In questo pezzo pubblicato sul blog di Fairtrade International, che qui traduciamo per intero, Jon Walker, Senior Advisor per il cacao, analizza le politiche che possono essere messe in campo per fare in modo che i coltivatori, in particolare quelli del cacao in Africa Occidentale, arrivino a guadagnare un reddito dignitoso. Non chiama in causa solo i governi dei Paesi produttori, tutt’altro: indica alcune politiche molto concrete che possono essere adottate dai Paesi consumatori. Conclude che solo se c’è un impegno collettivo nel chiedere e sostenere il reddito dignitoso come uno dei diritti umani, potremo raggiungere questo importante risultato.
In questo momento i coltivatori di cacao in Africa occidentale sono nel mezzo della principale stagione di raccolta. Purtroppo, anche con un buon raccolto e vendite importanti, la maggior parte delle famiglie non riuscirà a raggiungere un reddito dignitoso. Non potrà cioè permettersi una casa decorosa, cibo, istruzione per i figli e altri bisogni primari.
Eppure uno standard di vita decente è un diritto umano. Se non viene rispettato, molti altri diritti sono a rischio. Problemi come il lavoro minorile e il degrado ambientale sono connessi alla povertà e alla lotta per la sopravvivenza.
I governi di Costa d’Avorio e Ghana, paesi in cui si producono i due terzi del cacao mondiale, hanno leggi chiare ma risorse limitate per controllare e applicarle. In quanto alle aziende produttrici di cioccolato, sono state proposte e anche messe in pratica diverse soluzioni. Tuttavia si basano sulla volontà della singola azienda di caricarsi di costi, per esempio, per pagare prezzi più alti agli agricoltori per il loro cacao, o per investire più fondi nel monitoraggio e nel rimedio degli episodi di lavoro minorile.
Che gli investimenti sui diritti umani nella filiera del cacao rimangano volontari è al centro della discussione di Commissione e Parlamento Europei sulla regolamentazione della Human Rights Environment Due Diligence (HREDD). La HREDD richiederebbe alle aziende di valutare e agire nei confronti di ciascuna violazione dei diritti umani nelle loro filiere.
Una regolamentazione di questo tipo sarebbe molto efficace per incanalare il potere di tutti i brand, dei retailer e dei consumatori in tutta Europa, insieme ai governi dei paesi produttori e con gli stessi agricoltori, verso la riduzione della povertà e il rischio di violazione dei diritti umani ad essa associato.
In ogni caso, per fare davvero la differenza nell’eliminazione della povertà nel settore del cacao in Africa Occidentale, qualsiasi regolamentazione della due diligence dovrà includere degli obblighi sul tema del reddito dignitoso.
Il ruolo dei governi nei paesi consumatori di cioccolato
Un nuovo report commissionato da Fairtrade, Promoting living incomes in the cocoa sector: Policy options for consuming countries (Promozione dei redditi dignitosi nel settore del cacao: politiche per i paesi consumatori), analizza le specifiche politiche che, sia nei paesi di produzione del cacao che – ancora più importante – nei paesi consumatori, possono avere il maggiore impatto nel rendere raggiungibile per i contadini un reddito dignitoso.
Pensiamo che le opzioni che possano avere maggior successo siano le seguenti – ammesso che le forze politiche e gli altri attori lavorino insieme per portarle avanti:
- Programmi di assistenza allo sviluppo – Le aree da esplorare in questo senso sono il finanziamento di programmi per la diversificazione e le infrastrutture di cui le aree rurali hanno estremo bisogno. Sono le aree in cui vediamo che le organizzazioni dei produttori Fairtrade spesso decidono di investire il loro Premio.
I programmi di sviluppo dovrebbero essere costruiti partendo dal basso e coinvolgendo gli stakeholder che ne gioveranno. Una volta completato il processo di consultazione, secondo l’esperienza di Fairtrade è molto probabile che gli investimenti vengano destinati a queste priorità degli agricoltori e delle comunità. - Accordi bilaterali con i paesi produttori – I paesi consumatori possono lavorare in partnership con i paesi produttori trovando degli accordi che sostengano la produzione di cacao sostenibile.
Un punto d’inizio potenzialmente importante per accordi bilaterali di questo tipo potrebbe essere il lancio dell’iniziativa per il cacao sostenibile della Commissione Europea, che nel suo concept note specifica proprio che l’UE, nel proprio ruolo di policy e standard setter globale, ha tra gli obiettivi quello di assicurare un dialogo per sostenere il reddito dignitoso dei coltivatori di cacao. Questo dialogo ha l’obiettivo di completare l’iniziativa congiunta dei governi Ghaniano e Ivoriano sul pagamento del differenziale per il reddito dignitoso su tutte le vendite di cacao, in vigore dal mese scorso. - L’introduzione di una regolamentazione della due diligence – L’impegno del Commissario per la giustizia Reynders per un’iniziativa legislativa sui diritti umani obbligatori e gli obblighi di due diligence ambientale per le aziende dell’UE all’inizio del 2021 è molto incoraggiante.
I redditi dignitosi dovrebbero essere inclusi esplicitamente tra i criteri del regolamento e non dovrebbero essere lasciati all’interpretazione di frasi generali come “diritti umani”. Ciò potrebbe richiedere una guida apposita per il settore del cacao.
Ma parliamoci chiaro: se dopo aver implementato la regolamentazione sulla due diligence avremo un sistema di tracciabilità all’avanguardia ma ancora famiglie di coltivatori di cacao nella povertà, sarà stato – di nuovo – un fallimento nei confronti degli agricoltori.
Costruiamo sulle basi già gettate e su quello che abbiamo imparato nei Paesi produttori
Abbiamo visto i contadini Fairtrade trarre vantaggio dal fatto di essere pagati con prezzi Fairtrade più alti, oltre ad avere i fondi addizionali del Premio Fairtrade da investire per migliorare il proprio business e le proprie comunità. La certificazione Fairtrade fornisce una validazione indipendente che alcune pratiche vengano rispettate lungo tutta la filiera.
L’acquisto di prodotti certificati Fairtrade finanzia servizi agli agricoltori e alle cooperative, compresa l’assistenza sulla differenziazione degli introiti, le buone pratiche agricole, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’emancipazione femminile, i diritti dell’infanzia e altro. Gli stessi agricoltori, e le organizzazioni che li sostengono nell’affrontare queste sfide hanno molte buone pratiche da condividere, oltre a conoscere dove c’è più bisogno di intervento. A Fairtrade siamo anche impegnati a valutare l’impatto che queste attività hanno avuto finora nell’assicurare redditi dignitosi ai contadini, incluso il calcolo del Prezzo di riferimento per un reddito dignitoso che alcuni partner commerciali stanno volontariamente implementando.
Tuttavia, i benefici indispensabili dati da redditi dignitosi e comunità sostenibili non devono essere visti come un costo addizionale, solo per quelli a cui importano i diritti degli agricoltori. Piuttosto, dovrebbero essere il costo normale del business.
Come possiamo creare un ambiente fecondo perché gli agricoltori arrivino a guadagnare un reddito dignitoso?
- Amplificando le iniziative dei governi Ghaniano e Ivoriano per il trasferimento trasparente di prezzi più alti agli agricoltori;
- Mettendo a fuoco la destinazione dei fondi per lo sviluppo tramite la consultazione con gli agricoltori e le loro comunità;
- Prendendo accordi bilaterali di supporto tra Paesi consumatori e produttori;
- Richiedendo una regolamentazione efficace della due diligence, che riconosca il reddito dignitoso come un diritto umano.
L’unico modo per raggiungere il reddito dignitoso è chiederlo e sostenerlo collettivamente, come società.