Reddito dignitoso: come Fairtrade ci sta lavorando

Come vi abbiamo raccontato qui, uno dei pilastri della strategia 2021-2025 di Fairtrade International è quello di aumentare i nostri sforzi per arrivare a un salario e a un reddito dignitoso per tutti i lavoratori, le lavoratrici e le socie e i soci delle organizzazioni certificate da Fairtrade. È una strategia di lungo periodo su cui ci stiamo impegnando davvero tanto: è per questo che siamo sostenitori della Living Wage Coalition: una grande alleanza che, dati alla mano, cerca di determinare quanto dovrebbero guadagnare le persone per vivere dignitosamente in diversi paesi del mondo. E perché produciamo studi e ricerche per misurare l’impatto del lavoro che stiamo facendo da questo punto di vista.

Ma che cosa vuol dire guadagnare un reddito dignitoso?

Quando parliamo di un reddito e di un salario dignitoso, parliamo di qualcosa di molto essenziale: una casa che ci ripari; acqua potabile disponibile (sì, anche solo nel pozzo del villaggio); avere abbastanza per mandare i figli a scuola, per potersi curare quando si ha bisogno; mangiare 3 volte al giorno; mettere via un po’ di risparmi per le situazioni di emergenza; e magari poter accumulare un po’ per il momento della vita in cui non saremo più in grado di lavorare. Vi sembra troppo?

Eppure, ci sono milioni di persone che queste condizioni non possono permettersele. Come i lavoratori delle piantagioni del tè in Assam (India) oppure in Kenya; i coltivatori e le coltivatrici di fiori in Etiopia; quelli di banane in Costa D’Avorio e Repubblica Dominicana. Se pensiamo che il 46% di quello che mangiamo dipende dai piccoli agricoltori (432 milioni di persone), ci rendiamo conto di come risolvere questa disuguaglianza sia veramente cruciale per assicurarci il cibo nel presente e nel futuro.

Veniamo al caso dell’Honduras e dell’eccellente caffè che produce: è giusto che gli agricoltori che lo coltivano non riescano nemmeno a guadagnare un reddito dignitoso?

Esperanza Suazo Sáenz, socia della cooperativa COMSA nella sua azienda agricola a El Potrero, Santa Maria, La Paz, Honduras. Spiega come il cambiamento climatico ha devastato la produzione di caffè nella regione. Copyright Fairtrade / Sean Hawkey

La situazione in Honduras

Purtroppo partiamo da una situazione difficile: il crollo dei prezzi di mercato del caffè ha raggiunto il suo apice nel 2019. Pensate che i contadini sono arrivati a guadagnare solo 90 centesimi a libbra di caffè (1 libbra = meno di mezzo kg di caffè). Oltre alla pandemia, il Paese ha subito gli effetti di due uragani nel 2020, il disastro più devastante prodotto dai cambiamenti climatici in atto. La roya (proprio il fungo causato dai cambiamenti climatici) sta uccidendo le piante. E in questa situazione senza futuro, è comprensibile che tante persone abbiano deciso di emigrare.

Victor Manuel Pineda Granados è agricoltore socio della cooperativa COCASJOL, in Honduras. Conta i danni provocati dal passaggio di Eta e Jota, gli uragani che hanno colpito il Centroamerica a novembre del 2020.

Prezzo di riferimento per i coltivatori di caffè

È il motivo per cui anche in Honduras Fairtrade ha introdotto il Prezzo di riferimento per il reddito dignitoso per il caffè arabica. Tradotto: si tratta del prezzo di cui hanno bisogno i contadini per investire in produzioni sostenibili (prima era stato introdotto Colombia, Indonesia e Uganda). Sarà di 3 dollari e 89 a kilo di caffè essiccato. Il Prezzo di riferimento punta a dare una stabilità agli agricoltori, a fronte di un mercato che attualmente paga bene ma non consente loro di programmare investimenti per il futuro. Per testare il nuovo prezzo, come negli altri casi, Fairtrade ha riunito un tavolo tecnico composto da rappresentanti di ONG, dei produttori, dell’industria e ricercatori, nel settembre 2022. Il risultato emerso da questa consultazione è che, nonostante il prezzo di mercato sia alto, i costi sono lievitati a tal punto da rendere molto limitato il beneficio.

I cafficoltori Mirna Gloria Sagastume Paz, Marcela Azucena Sagastume Paz e Edwin Rafael Moren Regalado , nella loro azienda agricola a Chimizales, Trinidad, Santa Bárbara, Honduras. Copyright Fairtrade / Sean Hawkey

Pagare il Prezzo di riferimento per il reddito dignitoso è volontario, ma Prezzo Minimo e Premio sono obbligatori e danno una rete di salvataggio importante ai nostri agricoltori per fronteggiare le volubili oscillazioni del mercato degli ultimi anni. Proprio di recente, Fairtrade ha aumentato il Prezzo Minimo per sostenere l’aumento dei costi di produzione.

Cerchiamo aziende che vogliano contribuire a riconoscere un reddito dignitoso oltre al Prezzo e a sviluppare progetti che migliorino la qualità e diversifichino le fonti di reddito per i nostri agricoltori. 

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