Introdotto all’inizio del 2021, prevede che i contadini ricevano un guadagno extra rispetto al prezzo di mercato e al Premio Fairtrade
Subindu Garkhel, Responsabile per il cotone e il tessile alla Fairtrade Foundation, racconta il progetto nel corso di un’intervista
In cosa consiste il “Progetto pilota sul differenziale per il cotone organico Fairtrade”?
Fairtrade sta portando avanti un progetto attraverso il quale i produttori di cotone biologico in India ricevono una somma di denaro aggiuntiva rispetto al prezzo di mercato: 3 cent di euro in più/al kg per il “frutto del cotone” (cioè il cotone grezzo, raccolto dalla pianta ma ancora con i semi e la lanugine). Si tratta di un differenziale di prezzo che arriva direttamente nelle tasche dei contadini rispetto alla quotazione di mercato e al Fairtrade Premium.
Il cotone biologico è già di per sé molto caro. Perché avete introdotto il progetto?
Nel dicembre 2019, durante un incontro con i produttori di cotone e i loro rappresentanti abbiamo concordato un nuovo differenziale per il cotone organico. Sfortunatamente, con lo scoppio della pandemia nel 2020 abbiamo dovuto sospendere l’iniziativa. Con l’inizio del 2021 il prezzo del cotone è salito alle stelle, ma nella maggior parte dei casi i contadini non beneficiano di un prezzo così alto. Con il progetto pilota, speriamo di assicurare loro un reddito più alto.
Cosa si intende con “biologico” e qual è il ruolo di Fairtrade?
Con biologico si intende un sistema agricolo che lavora in armonia con la natura. La certificazione del biologico, è distinta da quella Fairtrade, ed è regolata a livello nazionale, ad esempio proibendo l’uso di pesticidi sintetici, fertilizzanti, piante geneticamente modificate o altri prodotti.
Circa il 60-75% del cotone Fairtrade è anche biologico. Fairtrade la promuove:
1. Riconoscendo un Prezzo Minimo più alto per il bio, di circa il 20%,
2. Le organizzazioni usano fino al 60% del Premio Fairtrade per l’acquisto di prodotti adatti alla cultura del bio,
3. Rappresenta un supporto per gli agricoltori nei primi 3 anni di transizione verso il bio,
4. da più di 5 anni porta avanti un progetto di produzione di semi non OGM.
Perché la transizione al biologico è difficile per gli agricoltori?
Per l’acquisizione del certificato sono necessari tre anni, durante i quali i produttori usano pratiche biologiche per ribilanciare il suolo e l’ecosistema. Parallelamente vedono perdite nella produzione, che non viene riconosciuta come biologica. È una transizione molto difficile che scoraggia molti dal provare il biologico.
Come li supporta Fairtrade nel periodo di transizione?
Il Prezzo Minimo (ove applicabile) e il Premio danno ai contadini la fiducia e il supporto in questo periodo. Ci sono molti esempi di come le organizzazioni usino Fairtrade come meccanismo di supporto e transizione di successo al biologico negli ultimi 25 anni, non solo nel biologico, ma anche in altre commodities.
Pensa che avrà successo il pilota?
Per saperlo bisogna aspettare ancora un po’ di tempo, ma penso di sì. Per molti anni c’è stata una elevata domanda di cotone biologico. I brand che volevano utilizzarlo nelle proprie collezioni lamentavano che c’era troppa poca offerta di materia prima. Allo stesso tempo però non erano disposti a pagare un prezzo più equo alle organizzazioni per coprire i costi legati agli sforzi del processo di conversione. Con il nuovo pilota è tempo di vedere se i brand sono disposti a fare qualcosa di concreto. Fairtrade e il bio sono complementari uno all’altro, e assicurano chance di successo ai contadini e ai brand.
Ci vorrà ancora molto tempo prima che i coltivatori di cotone raggiungano un reddito dignitoso, tuttavia speriamo che attraverso il nostro pilota almeno aumenti. Si tratta di una piccola somma di denaro che incide poco per i consumatori o i brand, ma che farà la differenza per le vite dei piccoli produttori di cotone.
Per approfondimenti in merito al progetto pilota, si possono consultare gli Standard Fairtrade.
L’intervista è stata originariamente pubblicata sul sito della Fairtrade Foundation.