Un grande passo in avanti, che finalmente riconosce anche in modo formale Fairtrade Italia come Ente del Terzo Settore
Dopo un iter burocratico durato molti mesi, dallo scorso marzo Fairtrade trova finalmente riconosciuto anche a livello formale il ruolo che svolge tra le organizzazioni del Terzo settore italiano.
Cosa si intende per impresa sociale?
Con il termine ci si riferisce ad un’organizzazione che esercita in via stabile e principale un’attività economica con fine sociale e di solidarietà. La legislazione specifica inoltre come i ricavi delle imprese sociali non possano essere ridistribuiti tra i membri dell’impresa, ma debbano essere diretti al perseguimento dei fini propri di utilità sociale o ad incrementare il patrimonio. Detto altrimenti, la non divisibilità degli utili attesta l’assenza di scopo di lucro nelle attività.
Fairtrade Italia ha da sempre svolto attività d’impresa come Società Cooperativa senza essere riconosciuta formalmente come organizzazione no profit. Tuttavia lo era nella sostanza, perché lo statuto, oltre alla mission “no profit” dichiarata nello scopo sociale, elenca volontariamente tutti i requisiti della mutualità prevalente, inclusa la non divisibilità degli utili.
Un importante passaggio che aveva aperto la strada ad un cambiamento e confermato il nostro “ruolo sociale” era stata la riforma della Legge sulla cooperazione Internazionale nel 2020, con la quale Fairtrade Italia era stata inserita nel registro delle Organizzazioni della Società Civile (OSC). Con il passaggio a impresa sociale vediamo quindi concludersi un percorso durato molti anni, che riconosce appieno il valore del nostro impegno per i produttori agricoli e i lavoratori di Asia, Africa e America Latina.
Contestualmente all’acquisizione della qualifica di “Impresa sociale”, a partire dalla primavera 2023, è prevista anche la pubblicazione del primo bilancio sociale, per rendicontare le responsabilità, i comportamenti dell’organizzazione e i risultati sociali ed economici delle attività svolte.