La Giornata internazionale del caffè del primo ottobre è una bella opportunità per pensare alle persone a cui lo dobbiamo: gli agricoltori.
Il caffè è uno dei prodotti più commercializzati al mondo dopo il petrolio, l’acciaio e i metalli preziosi. Con miliardi di tazze di caffè consumate ogni giorno è anche una delle bevande più popolari. I piccoli produttori agricoli producono il 70 – 80% del caffè a livello globale. Purtroppo spesso non ricevono un giusto compenso per il loro lavoro. Uno dei modi per migliorare gli standard di vita e le condizioni di lavoro dei contadini è attraverso Fairtrade – uno schema di certificazione e di partnership commerciale basato sul dialogo, la trasparenza e il rispetto. Leggi le sei cose che potresti non sapere sul caffè che porta il marchio Fairtrade.
1. Più di 800 mila contadini in 656 cooperative
Si stima che più di 125 milioni di persone vivano grazie al caffè. A partire da coloro che coltivano le bacche. Fairtrade è uno schema di certificazione etico che raggruppa 838.116 contadini che coltivano il caffè nella cosiddetta “Cintura del caffè” che è l’area tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. Gli agricoltori nel sistema Fairtrade non lavorano per conto proprio ma si associano a cooperative per affrontare le sfide imposte dal settore in modo più efficiente, negoziare i contratti, condividere le conoscenze e fare il miglior uso possibile del denaro guadagnato attraverso Fairtrade. Ad oggi ci sono 656 organizzazioni Fairtrade nei 4 continenti.
2. Una rete di salvataggio in un contesto imprevedibile
Secondo le previsioni, nel 2022 il settore del caffè a livello globale potrebbe generare un giro d’affari di oltre 430 miliardi di dollari ed entro il 2028 il valore potrebbe avvicinarsi ai 500 miliardi. Nello stesso tempo molti agricoltori guadagnano più o meno un dollaro al giorno, a causa della fluttuazione del prezzo del caffè nel mercato globale, fenomeni meteorologici estremi che mettono a rischio la produzione di caffè o crisi globali, come la pandemia da COVID-19. Fairtrade risponde a queste sfide. I contadini Fairtrade traggono profitto dalla stabilità delle entrate assicurate dal Prezzo Minimo Fairtrade. È un prezzo fissato che ha l’obiettivo di coprire i costi di produzione e assicurare la sussistenza. Si applica quando il prezzo di mercato crolla.
Fairtrade International prende diverse misure multiple per migliorare costantemente gli standard di vita degli agricoltori. Per esempio, le consultazioni con i piccoli cafficoltori della Colombia e dell’Indonesia e con esperti hanno l’obiettivo di stabilire il Prezzo di riferimento per il reddito dignitoso che dovrebbe essere sufficiente per uno standard di vita decente. Stabilisce quello che gli agricoltori del caffè dovrebbero ricevere per il loro raccolto per guadagnare abbastanza denaro per coprire spese come quella della casa, di un cibo nutriente, educazione e altri bisogni che rendono dignitosa la vita. Oggi, il pagamento del Prezzo di riferimento per il reddito dignitoso è volontario per le aziende che vogliono assicurare guadagni dignitosi lungo la loro filiera.
3. Dalle scuole alle infrastrutture: 483 milioni di euro per beneficiare agricoltori e comunità locali
Quando i contadini del sistema Fairtrade vendono i loro raccolti, ricevono una somma aggiuntiva di denaro, il Premio Fairtrade, oltre al prezzo di vendita. Il Premio è pagato direttamente alle cooperative di contadini che gestiscono i fondi in modo democratico e decidono insieme come usarlo nel mondo migliore per lo sviluppo. I progetti pagati dal Premio riguardano il miglioramento dell’azienda agricola, l’acquisto di macchinari e attrezzature o gli investimenti per passare al biologico. Il Premio inoltre serve per progetti finanziari che beneficiano le comunità locali come la ristrutturazione delle scuole, la costruzione di un centro di salute o l’installazione di servizi per l’acqua potabile. Dal 2015, i cafficoltori nelle cooperative certificate Fairtrade hanno ricevuto in totale 483 milioni di euro in Premio Fairtrade.
4. L’impegno per la parità di genere
Il 15% del totale dei cafficoltori è donna. Ci sono molte ragioni dietro la scarsa partecipazione delle donne alla vita delle cooperative ma la mancanza della parità di genere rimane un fattore importante. L’obiettivo degli Standard Fairtrade è quello di aumentare il numero di donne che possiedono e gestiscono le loro aziende agricole per permettere a un maggior numero di loro di accedere ai vantaggi di Fairtrade. Il progetto Women in coffee è un caso esemplare. Il progetto viene realizzato, tra le altre in Kenya dalla cooperativa Kapkiyay e include 325 donne contadine di tutte le età. Il progetto le aiuta nello sviluppo delle loro competenze, a imparare nuove pratiche di coltivazione e infine a generare profitto con le loro forze. Il programma include anche il cambiamento della percezione del ruolo delle donne nelle comunità locali. Il progetto Women in coffee ha cambiato la vita di molte donne che sono diventate proprietarie dei campi di caffè e ricevono denaro per il loro raccolto. Le donne prendono parte alla formazione che ha l’obiettivo di migliorare il volume e la qualità del caffè; un risultato tangibile della formazione è il raddoppio della produttività da 2 a 4 kg di caffè per pianta.
5. Caffè Fairtrade vuol dire qualità
Una parte considerevole del caffè Fairtrade rientra nei caffè speciali. I network dei produttori Fairtrade hanno organizzato la competizione Golden Cup per promuovere il caffè Fairtrade e migliorare il suo posizionamento nel settore globale del caffè. L’obiettivo di questo evento è quello di promuovere il caffè di alta qualità prodotto da cooperative certificate Fairtrade nel mondo. L’edizione di quest’anno si svolge in 15 paesi. La competizione Golden Cup incoraggia i produttori a migliorare la qualità del loro caffè offrendo loro l’opportunità di stabilire contatti commerciali con potenziali acquirenti e di concludere nuovi contratti.
6. Più rispettoso dell’ambiente, più resiliente al cambiamento climatico
Per più di 3 anni Fairtrade ha formato 8500 contadini in due regioni del Kenya per aumentare la loro consapevolezza sul cambiamento climatico. L’Accademia Fairtrade per il clima in Africa è un programma estensivo con l’obiettivo di rendere gli agricoltori più resilienti alle condizioni mutevoli del tempo. Durante il corso gli specialisti hanno sottolineato l’importanza della diversificazione delle colture. Di conseguenza ogni cooperativa ha costruito delle serre per imparare la coltivazione di frutta e verdura di diverso tipo, per evitare di dipendere pesantemente da un solo prodotto. L’Accademia Fairtrade per il clima supporta i contadini a correggere le loro pratiche colturali attuali verso quelle più sostenibili e su come usare risorse alternative di energia. Gli agricoltori hanno ricevuto contributi per modificare le loro abitudini, come ad esempio apparecchi di cottura più efficienti dal punto di vista energetico con l’utilizzo di bricchetti per il caffè oppure pannelli solari da usare per la radio, per ricaricare il cellulare o per la luce. L’80% dei partecipanti al programma ha utilizzato le nuove tecnologie che sono state presentate durante la formazione.
In quanto prodotto di punta di Fairtrade, il caffè è quello più noto che porta il marchio. Secondo gli ultimi dati, solo nel 2020 gli agricoltori hanno consegnato circa 900.000 tonnellate di caffè al mercato. In termini di volume, il caffè è secondo solo alle banane. Ma il caffè, per quanto importante, non è l’unico prodotto del sistema Fairtrade. Dal momento che Fairtrade incoraggia la diversificazione colturale, i cafficoltori coltivano anche cacao, banane e altri frutti che possono anche essere certificati Fairtrade.
Tutti coloro che amano il caffè contribuiscono a migliorare la vita degli agricoltori in modo che possano vivere e lavorare in condizioni decenti. Scegliendo caffè Fairtrade costruiamo un futuro più equo per l’industria del caffè.