Anitha Sheth, Senior Advisor di Fairtrade per la compliance sociale e lo sviluppo, commenta i risultati del recente studio sui due sistemi di monitoraggio e rimedio.
Quali sono i problemi riscontrati in questo studio?
Per prima cosa che i contadini e le cooperative hanno bisogno di decidere in prima persona quale sistema utilizzare per trovare, individuare e prevenire il lavoro minorile nelle aziende agricole. Alcune cooperative scelgono di aderire al sistema utilizzato da un compratore o proposto dal loro governo. Per questo studio volevamo focalizzarci sui due sistemi più utilizzati dai produttori Fairtrade: il Sistema di controllo interno e il Sistema partecipato di monitoraggio e cura Fairtrade. Volevamo anche comprendere meglio perché le cooperative scelgono l’uno o l’altro, e quello che hanno imparato circa la loro implementazione. Dal mio punto di vista, un approccio inclusivo nei confronti delle comunità e delle organizzazioni governative che sono responsabili della protezione dei bambini può avere un impatto più importante di uno che si focalizza più strettamente sugli agricoltori.
Questo è stato confermato dalle raccomandazioni dello studio pubblicato da Norc l’anno scorso per l’Università di Chicago. Tuttavia per un approccio simile ci vuole più tempo e denaro in una prima fase. Quello che abbiamo imparato attraverso questo studio è che il Sistema partecipato di monitoraggio e cura Fairtrade dovrebbe essere spiegato meglio. Questo approccio si basa sulla comprensione che i contadini non dovrebbero essere gli unici responsabili dei costi che servono per controllare il lavoro minorile e implementare i sistemi di rimedio. Tutti gli attori della filiera dovrebbero contribuire alle spese e i governi devono fare la loro parte nel rafforzare le loro leggi sul lavoro minorile e nel mettere a punto delle linee guida per il rimedio e degli standard normativi per assicurare la protezione dei bambini e la loro sicurezza. Dovrebbero essere obbligatori, se vogliamo affrontare seriamente il problema del lavoro minorile a lungo termine. Ancora più importante, garantire che i minori sottratti nel breve periodo non siano spostati da una zona, ma solo per ritornarci in un secondo momento o essere spostati altrove, a volte impiegati in un lavoro ancora più pericoloso. Le organizzazioni di produttori dovrebbero avere informazioni dettagliate sul monitoraggio del lavoro minorile e sui sistemi di rimedio e il sostegno che possono aspettarsi dai governi e dagli altri soggetti interessati nell’intraprendere questo lavoro.
Quali sono le conclusioni più importanti che arrivano dallo studio per il lavoro di Fairtrade nel campo del lavoro minorile?
Tutti coloro che lavorano su questo problema qui a Fairtrade credono che il peso dei costi per questi sistemi non dovrebbe ricadere solo sui contadini, quando tutti nella filiera hanno una responsabilità e giocano un ruolo nell’affrontare il lavoro minorile e altre forme di sfruttamento. Lo studio mette l’accento sul fatto che il costo è il fattore determinante per le organizzazioni di produttori per decidere quale sistema utilizzare. Per comprendere meglio le implicazioni finanziarie, vogliamo esplorare il modo in cui possiamo raccogliere dati sui costi effettivi di questi due sistemi.
Possiamo anche migliorare il modo in cui i sistemi vengono implementati. Per esempio, sono d’accordo con la raccomandazione dei ricercatori di assicurarsi che tutti gli attori – comunità, partner commerciali, governi e NGOs – comprendano il loro ruolo all’inizio dell’implementazione del sistema Fairtrade. L’aspettativa è che per quanto riguarda l’ultima fase il sistema rientri nei piani nazionali dei governi per l’eliminazione del lavoro minorile. Fairtrade utilizzerà i risultati dello studio per valutare il nostro supporto alle organizzazioni di produttori nell’implementazione di sistemi e rimedi davvero efficaci nei confronti del lavoro minorile. Siamo attualmente in un processo di consultazione all’interno del nostro Standard sul cacao perciò i risultati dello studio si rifletteranno in considerazione dei nuovi requisiti presenti in questi sistemi.
Fairtrade è più di un sistema di monitoraggio e rimedio al lavoro minorile. Qual è il suo approccio complessivo nell’affrontare questo problema?
Per prima cosa abbiamo bisogno di mettere l’accento sul fatto che il lavoro minorile è il frutto della disuguaglianza sistemica e di condizioni commerciali inique, specialmente per quanto riguarda la povertà endemica. Finché le famiglie vulnerabili non guadagneranno un buon reddito, porre fine al lavoro minorile sarà difficile. Migliori entrate, qualità dell’istruzione, combattere la discriminazione, lo sfruttamento e l’abuso, la consapevolezza dei diritti dei bambini, interventi per far valere la legalità e cambiamenti sociali sono tutti fattori necessari per combattere il lavoro minorile.
Attraverso la nostra esperienza diretta, abbiamo imparato che il modo in cui viene affrontato è cruciale. Fairtrade sposa un approccio basato sui diritti e sulla centralità della comunità perché fa aumentare notevolmente la probabilità che le comunità si assumano la responsabilità del problema, invece di portare altrove le pratiche dannose. Agiamo su molteplici fronti mettendo a punto standard rigorosi, rafforzando i controlli, formando le organizzazioni dei produttori e supportando l’implementazione dei sistemi di controllo e di rimedio e sviluppando programmi specifici con altri partner. Affrontiamo la povertà come una delle cause radicali di questo problema attraverso il nostro Prezzo Minimo Fairtrade e il Premio che migliora il reddito dei contadini. Queste iniziative di Fairtrade sono la chiave perché forniscono ai produttori leve finanziare che possono reinvestire nelle loro comunità e famiglie, costruendo scuole, facendo accedere i figli a livelli più alti di istruzione e generalmente proteggendo i bambini dalla piaga del lavoro minorile stesso.