Fairtrade e l’agenda per l’equità
È uscito l'ultimo rapporto annuale di Fairtrade International: tutte le iniziative, i progetti e i risultati raggiunti verso una maggior equità nelle filiere globali
Continua a leggereSicurezza alimentare, secondo la FAO, vuole dire assicurare a tutte le persone e in ogni momento una quantità di cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per una vita attiva e sana. Ma a che punto siamo?
Quando parliamo di sicurezza alimentare non facciamo solo riferimento al rispetto delle norme igienico sanitarie per la conservazione e la somministrazione dei cibi. In questo caso si parla infatti di Food Safety, che è diversa dalla sicurezza alimentare intesa come Food Security.
Secondo la FAO infatti, sicurezza alimentare o food security vuol dire “assicurare a tutte le persone e in ogni momento una quantità di cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per una vita attiva e sana”.
Questo obiettivo è ben lontano dall’essere raggiunto: in due anni, anche a causa del Covid, il numero di affamati nel mondo è aumentato, passando da 661 milioni a 783 milioni di persone. E questo per un tema di accesso al cibo che durante la pandemia è stato indubbiamente più difficile. Per un terribile paradosso il numero delle persone in stato di obesità nel mondo corrisponde a circa 800 milioni e un terzo del cibo che produciamo viene sprecato quando è ancora commestibile.
Non è solo un problema quindi dei Paesi in via di sviluppo ma di accesso a un cibo sano, nutriente e di qualità: negli Stati Uniti l’obesità è causata anche da un accesso limitato a cibo sano e si concentra sugli strati a basso reddito della popolazione per la quale acquistare junk food risulta più conveniente che comprare frutta e verdura.
In Europa, l’accesso a un cibo nutriente non è così scontato.
Ma è anche un tema di diritto al cibo e di lotta alla fame, il secondo tra i 17 Obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030.
Gli obiettivi della FAO stabiliti nel Summit di Roma del 1996 si possono riassumere in 4 pilastri:
Guerre, cambiamento climatico, pandemie sono fattori che mettono ancora di più a rischio la Food Security. Basti pensare all’Afghanistan, alla Repubblica Democratica del Congo, all’Etiopia, alla Nigeria e allo Yemen: in soli 5 paesi che sono terra di conflitti e di instabilità politica da decenni si concentra il 40% della popolazione che soffre di fame acuta su 42 paesi oggetto di crisi alimentari nel mondo.
Molti di questi paesi soffrono di dipendenza alimentare dalle importazioni: ad esempio, i contributi europei ai prodotti agricoli comunitari permettono di vendere in questi mercati a prezzi più vantaggiosi di quelli dei prodotti locali, aumentando la dipendenza delle popolazioni e disincentivando l’agricoltura. C’è quindi anche un problema di sovranità alimentare dei singoli stati e di un sistema economico ingiusto che sovvenziona alcuni e penalizza altri.
La Direttiva sulle pratiche commerciali sleali dovrebbe proprio evitare queste situazioni che mettono in ginocchio interi Paesi, aprendo la strada a una maggiore equità.
La sfida della Food Security è oggi ancora più importante e aggravata da altre problematiche che nel frattempo sono insorte e che mettono a repentaglio la sicurezza alimentare per le future generazioni.
Prima fra tutte quella del cambiamento climatico che minaccia le coltivazioni fondamentali per la nostra sopravvivenza e in particolare quelle delle popolazioni più fragili che meno hanno contribuito a creare questa situazione: il tema della giustizia climatica e della responsabilità che hanno le Nazioni che invece hanno avuto un ruolo di primo piano diventa cruciale per assicurare alle popolazioni più colpite da fenomeni meteorologici estremi sostegno e assistenza.
La fertilità dei suoli e quindi la loro produttività è stata gravemente compromessa a causa della deforestazione, dell’uso massiccio di prodotti chimici di sintesi, delle colture intensive: si calcola che un terzo dei terreni nel mondo abbiano perso la loro fertilità causando così l’aumento di aree desertificate.
La deforestazione, per far posto a nuove colture ma soprattutto all’allevamento intensivo che oltre a provocare deforestazione è una delle principali cause delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Il tema della sicurezza alimentare è fondamentale per Fairtrade. Se è vero che la nostra azione non è possibile e realizzabile in terra di conflitto, è anche vero che tutti i Paesi in cui operiamo sono contesti in cui la povertà e la fame sono problemi all’ordine del giorno per gli agricoltori. Basti pensare che buona parte del Premio Fairtrade viene ancora spesa per servizi ai piccoli agricoltori e ai lavoratori (come cibo, forniture assistenziali per i singoli e le comunità, integrazioni allo stipendio) che rispondono agli Obiettivi 1 (Lotta alla povertà) e 2 (Fame zero) degli SDGs.
Fairtrade sta lavorando insieme agli agricoltori per:
Sono tutte pratiche che già Fairtrade applica e che sono riassunte nella nostra nuova policy sull’agroecologia che sottolinea l’impegno a 360 gradi di Fairtrade per un’agricoltura che sia socialmente, ambientalmente ed economicamente sostenibile.
Riassumendo, la Food Security o sicurezza alimentare è strettamente connessa alle sfide più importanti del nostro tempo: dalla pace, al rispetto dei diritti umani, dai cambiamenti climatici alla deforestazione sia nei paesi più poveri che in quelli economicamente avvantaggiati. E si interseca, a livello quotidiano, anche con quello dei nostri stili di vita sostenibili.
Acquistando prodotti Fairtrade, stai contribuendo a costruire sicurezza alimentare nel mondo.