Natale sostenibile: idee per festeggiare in modo etico e consapevole
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Continua a leggereIl caffè è una delle bevande più consumate al mondo: pensa che ogni giorno ne vengono bevute più di 2 miliardi e mezzo di tazze e le previsioni ci dicono che le persone in futuro ne vorranno sempre di più.
Proprio perché è una delle merci più scambiate al mondo, il caffè è anche un prodotto che ha un notevole impatto sull’ambiente e sulle persone: ci sono interi paesi che dipendono economicamente dalla sua produzione e per far spazio alle piante di caffè si sacrificano altre specie autoctone importanti per le biodiversità locali. La produzione del 60% del caffè commercializzato nel mondo viene assicurata da circa 12 milioni e mezzo di persone che possiedono meno di 5 ettari, ovvero piccole aziende agricole familiari che sopravvivono grazie al caffè.
È anche uno dei prodotti più messi a rischio dagli effetti del cambiamento climatico: uno studio commissionato da Fairtrade International ha dimostrato che entro il 2050 potremmo perdere metà della superficie coltivata a caffè con conseguenze disastrose per i suoi coltivatori e, di riflesso, anche per noi che lo beviamo tutti i giorni.
Ecco perché supportare una produzione sostenibile del caffè è più che mai importante: dalle nostre scelte sostenibili dipendono molto anche le scelte che faranno le aziende che acquistano e distribuiscono la nostra bevanda preferita.
Un caffè è sostenibile se:
Ci sono principalmente due modi in cui viene coltivato il caffè:
Il caffè sostenibile è proprio quello coltivato all’ombra da piccoli proprietari che possiedono pochi ettari di terreno. Grazie a questo metodo di coltivazione e alle cure che riceve in campo, il caffè ha una qualità migliore, oltre ad essere più sostenibile per l’ambiente e per le persone.
Sono diversi i vantaggi di una coltivazione sostenibile del caffè, sia dal punto di vista del produttore che da quello del consumatore.
La coltivazione sostenibile promuove il mantenimento e lo sviluppo degli ecosistemi ambientali: accanto alle piante di caffè crescono altre specie autoctone che favoriscono la lotta biologica per la prevenzione di parassiti e malattie.
Non vengono utilizzati prodotti chimici e fertilizzanti perché il suolo viene rigenerato e fertilizzato naturalmente. In questo modo si riducono anche le emissioni di anidride carbonica.
Le comunità che dipendono dalla coltivazione del caffè riescono ad ottenere raccolti di migliore qualità e questo consente loro di spuntare prezzi migliori sul mercato.
La coltivazione del caffè sostenibile si fa su piccoli appezzamenti (meno di 5 ettari) favorendo un’agricoltura di tipo familiare e la continuità generazionale, in modo che i più giovani possano continuare l’attività di famiglia. Inoltre la coltivazione di altre piante oltre al caffè, consente ai contadini di vendere altri prodotti sui mercati locali e di mantenere una piccola produzione anche per la propria famiglia.
Il caffè coltivato in modo sostenibile è di migliore qualità: un vantaggio per noi che lo beviamo e che possiamo contribuire e sostenere un’agricoltura più sana attraverso le nostre scelte di acquisto.
Il caffè sostenibile non è necessariamente biologico anche se rispetta le persone e l’ambiente. Sicuramente la certificazione bio è un passo in più che può compiere l’agricoltore per regalarci un prodotto più sano e senza residui.
Ci sono certificazioni, come Fairtrade, che attraverso i loro Standard impongono ai coltivatori l’utilizzo minimo di prodotti chimici ed escludono l’impiego di sostanze dannose per gli stessi agricoltori e per noi che lo beviamo.
Quindi la prima regola per riconoscere un caffè sostenibile è quella di guardare al prezzo: se è troppo basso vuol dire che qualcuno ci ha rimesso ed è spesso l’agricoltore all’origine.
Se il caffè non è certificato Fairtrade, cerca la certificazione del biologico (contraddistinta dalla foglia verde) che garantisce che i chicchi siano stati coltivati rispettando l’ambiente.
Il caffè sostenibile certificato Fairtrade proviene tutto da organizzazioni di piccoli agricoltori, ovvero contadini che coltivano meno di 5 ettari ad azienda agricola. In America Latina coltivano l’83% del caffè Fairtrade più di 257 mila agricoltori in Brasile, Colombia, Ecuador, Perù, Messico e Guatemala. A seguire l’Africa dove più di mezzo milione di contadini in Kenya, Etiopia, Rwanda, Congo, Tanzania, Costa D’Avorio e Sierra Leone coltiva il 10% del caffè Fairtrade prodotto a livello globale. Infine l’Asia, dove 100.000 contadini Fairtrade lo coltivano in Indonesia, Laos, Birmania, Thailandia, Cina, Cambogia, Pakistan, India.
Per il loro caffè ricevono:
Le organizzazioni di agricoltori Fairtrade inoltre sono supportati nella sfida del cambiamento climatico che colpisce particolarmente la coltivazione del caffè: abbiamo costituito le Scuole del clima dove gli agricoltori prendono coscienza del problema e cercano insieme delle soluzioni per diventare più resilienti al cambiamento climatico, anche con il supporto di tecnici e agronomi sul campo.
Benefici per l’ambiente ma anche per le persone attraverso una coltivazione responsabile e rispettosa: quando vai a fare la spesa scegli un caffè sostenibile certificato Fairtrade.