Ci è stato consegnato ieri da Corriere della Sera – Buone Notizie, che si avvale della consulenza tecnica di NeXt – Nuova Economia per tutti per le valutazioni
Il Premio “Bilancio di sostenibilità”, che si è svolto ieri presso la sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, ha raggiunto quest’anno la terza edizione ed è diventato ormai un prezioso appuntamento a livello nazionale per celebrare quel lungo lavoro interno che svolgono le organizzazioni e che spesso passa inosservato, ovvero la stesura del bilancio di sostenibilità.
Quest’anno alla segreteria organizzativa del Premio sono arrivate più di 250 candidature da diverse categorie di aziende: piccole, medie e grandi imprese, e poi enti del Terzo Settore. I bilanci sono stati valutati rispetto a trenta linee, dieci per ciascuno dei tre pilastri Esg: ambiente, sociale e governance. Si tratta di una elaborazione di NeXt, ovvero i Next Index Sgs.
Tra gli enti del Terzo Settore che hanno ricevuto il riconoscimento insieme a Fairtrade, vi sono Cooperativa Itaca e Azione Cattolica.
Per quanto riguarda Fairtrade, i ricercatori di NeXt hanno rilevato che, attraverso il bilancio sociale, è riuscito a mettere in risalto il proprio contributo nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Sdgs).
Il bilancio 2023 è stato un processo lungo e collegato al riconoscimento di Fairtrade come impresa sociale avvenuto nel maggio 2022. Ma il lavoro non finisce qui. “Nel bilancio 2023 faremo un ulteriore sforzo per allargare il raggio della rendicontazione, chiedendo a tutti gli stakeholder di partecipare, in modo da avere una base più larga di riscontro sia sul lavoro fatto, sia sulle aspettative dei soci e della base dei consumatori”, ha dichiarato Sara Polato, Responsabile Unità Finanza e Controllo in Fairtrade.
Dal palco invece, Benedetta Frare, responsabile comunicazione di Fairtrade, ha ringraziato tutte le persone che hanno partecipato alla realizzazione del Bilancio Sociale e ha ricordato i principali stakeholder dell’organizzazione: le persone che in Asia, Africa e America Latina coltivano i prodotti certificati Fairtrade.